Il ritorno di Numitore sul trono di Alba Longa
Romulus Remusque, viribus corporum et animi sumptis...
Romolo e Remo, assunte le forze fisiche e dell'animo, ormai non solo sussistevano alle fiere, ma avevano iniziato a anche ad attaccare contro i ladroni, carichi di bottino, poi dividevano le rapine con gli altri pastori e con questi celebravano gli eventi seri e gioiosi.
Una volta avvenne che sul Monte Palatino avvenne una cosa divertente; mentre i gemelli erano dediti a tale gioco, alcuni ladroni tesero loro un agguato. Romolo essendosi difeso con la forza, l'altro, Remo, invece, catturato fu consegnato al Re Numitore: lo accusavano che da lui erano stati compiuti assalti verso tutti quanti i campi di numitore e che lui, riunito un manipolo di giovani, aveva fatto bottini in modo ostile.
Così Remo fu consegnato a Numitore per il supplizio. Il ricordo, in verità, dei nipoti aveva toccato l'animo di Numitore, quando quello ebbe in custodia Remo e quando udì che erano fratelli gemelli, paragonando tanto la loro età quanto la stessa natura per nulla servile. E Romolo, ordinati per un certo tempo altri pastori di giungere alla reggia, attaccò il Re Numitore e lo massacrò. Numitore, dopo che vide che i giovani perseveravano a congratularsi con lui (participio presente con valore finale), convocata istantaneamente l'assemblea, rivelò gli atti disonorevoli del fratello verso di lui, l'origine dei nipoti, la strage del tiranno e lui come fautore di ciò.
I giovani avendo salutato l'antenato come re, la voce in accordo di tutta la moltitudine, rese il nome legittimo ed il potere al re.
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio