La storia della cicala e della formica
Poetae formicae industriam celebrant, cicadea autem pigritiam …
I poeti celebrano la laboriosità della formica, rimproverano invece la pigrizia e l’imprudenza della cicala.
Viene raccontata dai poeti una favola famosa. Al culmine dell’estate una formica lavora: trascina attraverso le fessure della terra una grande quantità di molliche, e le accumula nella tana; la cicala invece, canta allegramente, evita i lavori e mangia i cibi che la natura offre spontaneamente agli abitanti dei boschi.
La stoltezza e la pigrizia della cicala vengono biasimate invano dalla formica: infatti la cicala deride la laboriosità della formica. Ma arriva il freddo, e secca la terra e le erbe: la cicala e la formica sono costrette a restare nelle tane dalle piogge.
La formica nella tana ha una grande quantità di molliche; la cicala, al contrario, non ha cibi e soffre per la fame. Ora la cicala comprende (e dice): “Vengo derisa dalla formica giustamente”.