La superbia di Pausania
Pausanias Lacedaemonius mirae audaciae et constantiae vir erat …
Lo Spartano Pausania era un uomo di audacia straordinaria audacia e di (straordinaria) costanza, ma era anche pieno di difetti.
È celebre la battaglia di Pausania a Platea. Ed infatti, in occasione della Seconda Guerra contro i Persiani, Mardonio, satrapo del re, Medo, valente e previdente, si dirigeva in Grecia con ingenti milizie, ma Pausania, con gli alleati Greci, metteva in fuga i Persiani.
In vero, dopo la vittoria, Pausania iniziava a diventare arrogante e desiderava ardentemente un potere eccessivo. Si narra un palese esempio della sua superbia: egli prendeva un tripode d’oro dal bottino, e lo metteva a Delfi con questa epigrafe: "Pausania annientava i barbari presso Platea, e offriva il tripode al dio". Erano parole superbe, infatti Pausania otteneva la vittoria non da solo, ma con gli alleati.
Dopo poco tempo, gli Spartani cancellavano una frase tanto superba e iscrivevano soltanto i nomi degli alleati.