Pompeiani insolentius atque audacius nostros premebant et instabant cratesque ...
I Pompeiani pressavano ed incalzavano i nostri in maniera piuttosto temeraria ed audace, e, per scavalcare i fossati, abbattevano i graticci che erano stati opposti a mò di barriera.
Una volta che Cesare si fu accorto di ciò, temendo che si ricevesse un danno troppo grande, dopo che ebbe incitato i suoi tramite Antonio, che stava a capo di quella legione, ordinò che con la tromba fosse dato il segnale.
I soldati scagliarono dardi e, da una posizione più bassa, muovendosi con impeto contro il pendio, di corsa, a capofitto, respinsero i Pompeiani e li costrinsero alla fuga (lett. : "li costrinsero a voltare le spalle"). Ai nemici, che volevano ritirarsi, furono di grande impedimento i graticci rovesciati e le fosse realizzate.
I nostri, però, i quali consideravano abbastanza allontanarsi senza danno, dopo che moltissimi furono stati uccisi, si ritirarono in tutta tranquillità e portarono a termine le fortificazioni.