Senza la saggezza l'eloquenza può essere dannosa

Saepe et multum mecum cogitavi de eloquentia eiusque beneficiis incommodisque …

Ho riflettuto spesso e a fondo, tra me e me, sull'eloquenza e sui suoi benefici e (i suoi) inconvenienti.

Infatti, sia quando considero i danni al nostro Stato, sia quando richiamo con la mente le antiche sciagure di importantissime città, constato che uomini eloquentissimi furono la causa di gran parte dei problemi; d'altra parte, quando, dalle testimonianze letterarie, mi accingo a riandare alle vicende più antiche, mi rendo conto che grazie all'eloquenza sono state costituite molte città, sono state risolte molte guerre, sono stati ottenuti solidissimi rapporti di alleanza e sacri vincoli di amicizia.

Dunque, adesso ritengo che la saggezza senza l'eloquenza giova poco alle collettività, mentre l'eloquenza senza la saggezza nuoce per lo più moltissimo, e non giova mai. Per la qual cosa, il cittadino che, tralasciati gli studi  assai corretti e assai onesti, consuma tutto l'impegno nello studio dell'eloquenza, è inutile per sé, e dannoso per la sua patria;

è veramente un uomo, e un utilissimo al cittadino, quello che si arma dell'eloquenza in maniera tale, non da poter combattere i vantaggi della patria, ma lottare in difesa di questi.

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