Sesto Roscio Amerino viene inserito da morto nelle liste di proscrizione
Cum Romae erat, Sextus Roscius Amerinus ad balneas occiditur. Mortem eius ...
Mentre si trovava a Roma, Sesto Roscio Amerino viene ucciso nelle vicinanze delle terme. Ad Ameria, riferisce per primo la morte di lui Mallio Glaucia, un uomo umile, figlio di un liberto; e la riferisce non al figlio, bensì a Tito Capitone, avversario di quello.
Non molto dopo, alcuni raccontano ciò a Crisogono, nell'accampamento di Silla nelle vicinanze di Volterra: gli fanno presente l'entità del denaro di Roscio, e il pregio dei poderi (infatti lasciò tredici fondi);
ricordano la povertà e l'isolamento del figlio di Roscio; inoltre – dicono – così come il padre, un uomo tanto opulento e prestigioso, era stato ucciso senza alcuno sforzo, anche il figlio, sprovveduto e inesperto, poteva essere tolto di mezzo facilmente: promettono il proprio aiuto per l'impresa.
E così mettono in piedi un'alleanza. Anche se fino ad allora non c'era stata alcuna proposta di proscrizione, tuttavia il nome di Sesto Roscio viene scritto nei registri; locatario di tutti i beni fu Crisogono; tre poderi pregiatissimi vennero assegnati a Capitone.
Versione tratta da: Cicerone