Il cavallo e il cinghiale - Grata Hora 1 pagina 126 numero 29

Questa favola insegna come l'ira e l'imprudenza possano condurre alla sottomissione. Cercando vendetta contro il cinghiale, il cavallo si ritrova schiavo dell'uomo, rimpiangendo la propria scelta.

Traduzione della versione

Un cavallo ogni giorno correva superbo per le selve; poi giungeva al ruscello e beveva la limpida acqua.

Una volta, non appena mangiò lieto l'erba nei campi fecondi, vide da lontano una fiera ignota presso le rive del ruscello. Si avvicinò dunque alla riva: un nero cinghiale si rotolava nel ruscello e sporcava l'acqua con le sue unghie. Il cavallo arse dall'ira per il danno e disse: "stolto cinghiale, allontanati dal ruscello; riposati e bevi con gran cura! Ora per la tua eccessiva impetuosità la mia acqua è torbida" Ma il cinghiale trascurava le parole del cavallo.

Allora il cavallo chiese aiuto all'uomo contro il cinghiale, il quale (rif. all'uomo) lasciò subito le sue faccende, salì sul dorso del cavallo e uccise il cinghiale con le frecce. Così poi disse lieto al cavallo: "cavallo mio, ora possiedo una grande preda e un nuovo servo". Così pose il freno (le briglie) al cavallo.

Allora mesto il cavallo pensava tra sé e sé: "prima della battaglia cercavo un valido compagno, ora dopo la battaglia sono un servo". Così gli uomini devono evitare l'ira.
(By Maria D. )

Versione tratta da Fedro

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