La metamorfosi di Dafne - grata hora 1 pagina 308 numero 100

La mitologia greca è ricca di racconti in cui l’amore divino si scontra con la volontà umana, generando storie di desiderio, fuga e trasformazione. Tra queste, spicca il mito di Dafne e Apollo, un racconto che incarna il contrasto tra passione e rifiuto, tra inseguimento e libertà. Dafne, ninfa leggiadra e figlia del dio fluviale Peneo, attirò l’amore ardente di Apollo, il quale, folgorato dalla sua bellezza, tentò invano di conquistarla. Lei, dedita alla sua indipendenza, preferì perdere la propria forma piuttosto che cedere al dio del Sole. La sua metamorfosi nell’alloro non fu solo un estremo atto di fuga, ma divenne simbolo eterno di purezza e resistenza. Questo mito, raccontato dai poeti dell’antichità, ci parla ancora oggi della forza della volontà, del desiderio inappagato e della poesia che nasce dalla sofferenza....

Versione grata hora

Daphne dulcis venustaque nimpha erat, Penei fluminis filia.... sollemne praemium poetis

Traduzione

Dafne era una soave e graziosa ninfa figlia del fiume Peneo. Il dio Apollo cadde in amore di lei; Ella lo disprezzava e con piede veloce fuggiva attraverso le selve i boschi ombrosi con tutte le sue forze.

Apollo, ardendo di passione, l'attirava a sé così con dolci parole e le si accostava: "Fermati, bella ninfa! Arresta la fuga! Non sono un abitante della montagna, né un umile pastore: ho Giove (mihi Iuppiter est= dativo di possesso) come padre e amo unicamente te". Dafne invece lo evitava e non prestava ascolto alle sue lusinghe; anzi supplicava suo padre Peneo tra le lacrime in questo modo: "Padre, ti supplico, vieni in mio soccorso!

Se voi fiumi ne avete il potere (vobis fluminibus est = dativo di possesso), trasformami e fammi perdere  questa figura (bella) a causa della quale piacqui troppo". Subito un pesante torpore invade le sue membra, il morbido petto viene cinto da una sottile corteccia, i capelli crescono in fronde e le braccia in rami. Il piede, poco prima veloce, si ferma in pigre radici e Dafne viene trasformata in un verde e splendente alloro.

Apollo la ama anche con questo aspetto, e, per sua volontà, da quel giorno l'alloro è l'albero sacro ad Apollo, solenne premio per i poeti. (By Vogue)

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