Perfidia e disonestà di due fratelli
ἀδελφοὶ ἦσαν, ὦ ἄνδρες δικασταί, Διόδοτος καὶ Διογείτων ὁμοπάτριοι καὶ ὁμομήτριοι...φάσκων τὰ ναυτικὰ χρήματα δεῖν ἐκ τούτων τῶν γραμματείων κομίσασθαι.
Diodoto e Diogitone, o giudici, erano due fratelli, nati dallo stesso padre e dalla stessa madre: essi si divisero la sostanza in contanti e tennero in comune i beni immobili.
Poiché Diodoto con il commercio si procacciò molti beni, Diogitone lo persuase a sposare la propria figlia, l'unica che egli aveva; e così nacquero due maschi e una femmina. Di li a qualche tempo Diodoto, arruolatosi con Trasillo, comandante della fanteria, chiama la propria moglie, che era sua nipote, e il padre di lei, che era nello stesso tempo suocero e fratello, nato dallo stesso padre, e nonno dei figlioletti e zio, pensando che grazie a questi rapporti di parentela a nessuno più convenisse esser giusto verso i propri figli, e gli diede il suo testamento e come deposito cinque talenti d'argento.
[...] Morto lui a Efeso, Diogitone nascose alla figlia la perdita del marito e s'impadroní delle carte che egli aveva lasciato suggellate, dicendo che grazie a quei documenti doveva ricevere i denari dati a prestito marittimo.