I galli invadono Roma

Ut antiqui scriptores narrant, apud flumen Alliam cornua Romani...

Come raccontano gli antichi scrittori, le ali dell'esercito Romano erano state sbaragliate dai Galli presso il Fiume Allia e le legioni erano state messe in fuga. I soldati dell'ala sinistra, impauriti, scapparono a Veio, pochi dell'ala destra andarono a Roma a difendere la rocca.

Dopo la battaglia, al tramonto del sole, i Galli arrivarono alle la città e fissarono l'accampamento tra Roma e l'Aniene.

Dopo che la sconfitta fu annunciata, una grande ansia pervase gli animi dei Romani. I cittadini temevano un imminente assalto dei nemici; dall'accampamento dei Galli sentivano urla e canti disumani, e la mente dipingeva i loro aspetti terrificanti. I Romani non avevano più un esercito; perciò non difesero la città. Su ordine del Senato e su esortazione dei magistrati tutti gli uomini adatti alle armi andarono sulla rocca del Campidoglio, le donne e i vecchi cercarono la salvezza nelle città vicine a Roma. Le donne abbandonarono le (loro)

case con pianti e gemiti. Al levar del sole i Galli occuparono la città e incendiarono le case.

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