Il tempo sana le ingiustizie

Olim asinus magnas sarcinas transportabat; equus, quia freno aureo et phaleris pretiosis superbus erat, asinum lassum in angusta via videt...

Una volta un asino trasportava pesanti carichi; un cavallo, che era superbo per il morso d'oro e borchie preziose, vede l'asino affaticato dentro una via stretta via e dice:

"Povero asino, cedi il passo a me, nobile cavallo". L'asinello sta zitto, tollera l'offesa e si sposta, ma dal povero giumento si invoca la vendetta degli dei. Il padrone infatti, dopo pochi anni, conduce nella casa di campagna il cavallo, perché è malato ed invalido.

Ivi è visto puzzolente e sporco di sterco dall'asino ed ingiuriato con parole offensive: "Ora malato, senza ornamenti d'oro e privo di superbia e di arroganza, a causa dell'indifferenza degli schiavi, conduci una vita difficile e miserabile". I ragazzi e le ragazze ascoltano ed imparano la morale della favola:

se disprezzerete i miseri ed i poveri, dovrete temere il destino futuro, perché la sorte è varia ed incerta.

Versione tratta da Fedro

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