L'inospitale terra del Parapamiso
Tandem deventum est in fines hominum qui Parapamisadae appellantur, agreste genus et inter barbaros maxime inconditum...et perpetuo paene rigore constrictae, ut ne avium quidem ) nec ferarum vestigium exstet.
Alla fine si giunse ai confini dell'umanità che chiamano parapamisidi, un genere agreste e straordinariamente rozzo tra i barbari.
L'asprezza dei luoghi aveva indurito anche gli ingegni degli uomini. Loro avevano la consuetudine di costruire tuguri con il mattone non cotto e, dato che la terra è sterile di materiale, anche sul nudo dorso del monte, fino alla parte più elevata degli edifici ponevano soltanto le mura di mattoni tuttavia con il procedere della costruzione si stringeva a poco a poco serrata, fino al punto che terminava alla fine come una ghiglia:
lasciavano lì un foro per sprigionare una luce in alto. Le viti e gli alberi, che resistevano all'indurimento così solido della terra, diventavano al loro interno come una coperta durante l'inverno così da nascondere tutte le cose contenute al loro interno;
quando la neve incomincia ad aprire il terreno, le restituiscono al cielo e al sole. Durante il lunghissimo inverno le alte nevi premono la terra a causa del gelo e sono costipate da una rigidità quasi perpetua, a tal punto che neppure l'impronta degli uccelli e delle fiere emerge (si vede). (By Maria D.)