L'uccisione di Cesare - Il mio latino

Caesarem assidentem conspirati circumsteterunt et statim Cimber Tillius, qui erat inter auctores illius criminis quasi aliquid rogaturus ...in Tiberim trahere eiusque bona publicare, sed metu Marci Antoni consulis et magistri equitum Lepidi destiterunt. (da Svetonio)

TESTO LATINO COMPLETO

I congiurati stettero intorno a Cesare che se ne stava seduto e subito Cimbro Tillio, che era tra i fautori di quel crimine come per chiedere qualcosa si avvicinò a lui e prese la toga di costui;

poi Casca lo ferì un pochino nella parte inferiore della gola. Cesare dopo aver trattenuto il braccio di Casca lo trafisse con uno stilo (Cesare trafisse con uno stilo il braccio di Casca dopo essere stato trattenuto), ma venne reso più debole (impedito) da un'altra ferita.

Appena vide la propria morte imminente, il dittatore si coprì il capo con la toga e venne trafitto con 23 colpi, elevato soltanto un gemito. Tuttavia disse - così tramandano alcuni fautori - a Marco Bruto che irrompeva (gli stava addosso): "Anche tu, Bruto, figlio mio". mentre tutti quanti fuggivano di qua e di là, il corpo giacque immobile per qualche tempo, finchè dopo che fu posto sulla lettiga, con il braccio penzolante, tre schiavetti riportarono il signore.

Da parte dei congiurati c'era stata l'intenzione di gettare il corpo dell'ucciso nel Tevere e di confiscare i beni di costui, ma per il timore del console Marco Antonio e del maestro dei cavalieri Lepido desistettero. (By Maria D. )

Altra proposta di traduzione

I congiurati circondarono Cesare mentre si metteva a sedere e subito Cimbro Tullio che era tra gli autori di quel crimine, si avvicinò a lui come per chiedere qualcosa ed afferò la sua toga; poi Casca lo ferisce poco sotto la gola. Cesare, afferrato il braccio di Casca colpì con lo stilo, ma fu fermato da un'altra ferita.

Quando vide una morte imminente, il dittatore con la toga si ovvelse il capo e fu trafitto con ventitre pugnalate, dopo aver emesso un grido soltanto.

Tuttavia a Marco che si avventava contro- così tramandano alcuni autori-disse “Anche tu, Bruto, figlio mio”. Mentre tutti fuggivano, il corpo esanime giacque per un po’ di tempo, finchè posto sopra ad una lettiga, con un braccio che pendeva, tre sevi portarono in casa.

L’intenzione dei congiuarati era stata di gettare il corpo dell’ucciso nel Tevere e confiscare i suoi beni, ma rinunciarono per paura del console marco Antonio e di Lepido maestro dei cavalieri.(by Stuurm)

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