La cornacchia superba e il pavone - Il mio latino
Pennae pavoni deciderant graculusque, inani superbia tumens, collegerat atque suum corpus exornaverat. ... Si a pristinis moribus deflectes, amicos amittes et in magnis calamitatibus eris. (da Fedro)
Le penne del pavone erano cadute e la cornacchia, gonfiandosi d'orgoglio (participio di tumeo) per una vana superbia senza fondamento, le aveva raccolte e aveva adornato il suo corpo.
Quindi, disprezzando la razza delle cornacchie, si unì con lo splendido gruppo di pavoni. Tuttavia i pavoni, accorgendosi dell’inganno, strappano via le penne all’impudente uccello e lo costringono alla fuga con gli artigli.
La cornacchia, affliggendosi per le percosse e per l’oltraggio, ritorna triste alla propria specie; tuttavia le cornacchie rifiutano lo sfrontato uccello, aggiungendo all’offesa un rimprovero: Non sei stata contento delle nostre dimore e della tua specie; perciò ora provi l’oltraggio dei pavoni e il nostro rifiuto.
Se ti allontanerai dagli antichi costumi, perderai gli amici e sarai in grandi disgrazie.