Le dee dei tempi antichi

In scholis magistrae dearum fabulas sedulis discipulis gratas saepe narrabant.... Quare poetae deam Fortunam caecam semper fingunt.

testo latino completo

Nelle scuole le maestre alle alunne/agli alunni diligenti spesso narravano le gradite favole delle dee, Diana, figlia di Latona, era giudicata una dea casta e una regina dei boschi.

Viveva infatti nei boschi frondosi con le ninfe, portava nella faretra frecce acuminate e uccideva le belve feroci. La cerva era l'animale sacro a Diana. La castità era lodata dalla dea e le fanciulle erano protette prima delle nozze.

Operai edificavano altari in onore della dea per le padrone devote e le ancelle spesso li ornavano con corone di rose. Le matrone romane invece veneravano Era, regina delle dee e patrona delle nozze, e dedicavano alla dea molte e belle statue e altari. Minerva, dea delle battaglie, portava lancia ed elmo. Gli abitanti ad Atene amavano in modo particolare la dea per l'olivo: infatti l'olivo fu piantato per la prima volta da Minerva nella terra dell'Attica.

La dea Fortuna era temuta dagli abitanti e dagli stranieri; infatti dona a caso opulenza e ricchezza. Per questo motivo i poeti rappresentano sempre la dea Fortuna come cieca.

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