Le imprese di Augusto - Il mio latino

Rerum gestarum divi Augusti, quibus orbem terrarum...

Delle gesta del divino Augusto, con le quali assoggettò il mondo al potere del popolo romano, e delle spese, che fece in favore dello Stato e del popolo romano, incise su due steli di bronzo, che sono state poste a Roma, qui si mostra una copia.

A diciannove anni, mi sono procurato un un esercito per decisione personale e a mie spese [lett. una spesa privata], e per mezzo di questo ho riportato in libertà lo Stato, oppresso dallo strapotere [lett. dalla dominazione] di una parte politica. Per questo motivo (eo nomine) il senato mi ha aggregato nel suo ordine con voti onorifici e mi ha conferito (lett. mi ha dato) il comando.

Ancora nello stesso anno il popolo mi ha eletto console e triumviro dello stato. Ho cacciato in esilio, con processi prescritti dalle leggi, coloro che uccisero mio padre e dopo, quando (questi) portarono guerra allo stato, li ho vinti due volte in battaglia. Ero stato console tredici volte quando scrivevo queste cose ed ero al trentasettesimo anno dell'autorità tribunizia. Non ho accettato la dittatura che a me, presente o assente, è stata conferita sia dal popolo, sia dal senato. Non ho pure accettato il consolato a me conferito per sempre.

Non ho accettato magistratura alcuna conferita contro il costume degli antenati. Quindi le cose che il senato ha voluto fossero compiute attraverso di me, io le ho portate a termine attraverso il potere tribunizio. Sono stato triumviro dello stato per dieci anni consecutivi. Sono stato il più insigne del senato per quarant'anni, fino a quel giorno, nel quale avevo scritto quelle cose.
(By Vogue)

Versione tratta da Augusto

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(diverse nel testo latino e quindi nella traduzione)

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