Lelio e Scipione amici oltre la morte

Ex omnibus rebus quas mihi aut fortuna aut natura tribuit...

Certamente tra tutti i doni che la fortuna o la natura mi hanno assegnato, non ho niente che io possa confrontare con l'amicizia di Scipione.

In essa per me ci fu la comunanza di idee politiche, in essa il consiglio su questioni private, nella medesima amicizia ci fu il riposo pieno di piacevolezza. Mai l'ho offeso neppure in una cosa molto insignificante, io stesso non sentii niente da lui che non volessi; avevamo una sola casa, lo stesso tenore di vita e per di più comune, e non solo comune il servizio militare, ma anche i viaggi e i soggiorni in campagna.

Infatti, io che cosa dovrei dire sulla passione di conoscere e di scoprire sempre qualcosa, nella quale, lontani dagli occhi del popolo consumammo tutto il tempo libero? Non possiamo ormai persistere in questo rimpianto più a lungo.

Invece, tutte le cose brevi devono essere tollerabili, anche se sono di grande entità. Queste cose cosa avevo da dire sull'amicizia. Vi esorto dunque a collocare tanto in alto la virtù, senza la quale l'amicizia non può esistere, da pensare che nulla è più nobile dell'amicizia, eccetto la virtù.

Versione da Cicerone

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