Lettera di Cicerone - il mio latino 2 pagina 267 numero 11

CICERO ATTICO SAL.
Scripseram ad te epistulam quam darem IIII Id., sed eo die is cui dare volueram non est profectus. Venit autem eo ipso...

Cicerone saluta Attico. Ti avevo scritto una lettera che ti avrei dato il quarto giorno delle idi di marzo, ma in quella data colui al quale avevo voluto dare la lettera non partì.

Venne invece in quella stessa data a piè-veloce quello che Salvio aveva detto. Portò la tua copiosissima lettera, che mi ha trasmesso per così dire un soffio di vita. Ed in merito al mio ozio non spero più né rifiuto alcuna difficoltà.

Temevo solo questo, di fare qualcosa turpemente o di rei di averlo fatto già. Mi sono adirato un po' per il fatto che non mi hai invitato in Epiro, benchè sia un compagno per nulla fastidioso.

Ma stammi bene. Infatti come tu devi camminare, improfumarti, così io devo dormire. e infatti la tua lettera mi ha suscitato il sonno. data nel Formiano il terzo giorno delle idi di marzo.
(By Maria D. )

Versione da Cicerone

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