Prove – molto maldestre – di congiura

Sed antea item coniuravere pauci contra rem publicam...

Ma ugualmente, prima, pochi congiurarono contro lo Stato, fra cui Catilina; di questa congiura parlerò il più sinceramente possibile.

Sotto il consolato di L. Tullo e M. Lepido, P. Autronio e P. Silla, i consoli designati (per la successione), accusati di broglio elettorale, erano stati puniti. Dopo poco tempo, a Catilina, accusato di concussione, fu vietato di candidarsi al consolato, perché non aveva potuto presentare la candidatura entro i termini legali. Nello stesso periodo vi era Cneo Pisone, giovane aristocratico, di grande coraggio, povero, fazioso, che la povertà e i costumi corrotti istigavano a sovvertire lo Stato.

Accordatisi con costui verso il 5 di dicembre, Catilina e Autronio si accingevano a ad uccidere in Campidoglio i consoli L. Cotta e L. Torquato, il primo di gennaio, e, dopo aver usurpato il consolato, a mandare Pisone con un esercito per occupare la Spagna. Venutasi a sapere la cosa, avevano nuovamente rinviato la strage al 5 febbraio. Già allora avevano ordito la rovina non solo verso i consoli, ma (anche) verso molti senatori.

E se Catilina, davanti al senato, non avesse dato troppo presto il segnale agli alleati, in quel giorno si sarebbe compiuto il più orribile delitto dalla fondazione di Roma. Poichè non erano ancora convenuti numerosi uomini armati, questo fatto interruppe il progetto.

(by Ulisse Russo)

Versione tratta da Sallustio

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