Ritratto di Catilina - Il mio latino

Catilina, nobili genere natus, fuit magna vi et animi et corporis, sed ingenio malo pravoque Huic ab adulescentia..., quos pessima ac diversa inter se mala, luxuria atque avaritia, vexabant.

Catilina, nato da stirpe nobile, fu di grande forza, sia dell'animo, sia del corpo, ma di indole malvagia e corrotta.

Gli furono gradite fin dalla giovinezza le guerre intestine, le stragi, le ruberie, la discordia civile e in queste cose occupava la propria gioventù. Aveva un corpo (dativo di possesso) tollerante alla  fame, al freddo e alle veglie. Il suo animo sfrontato, subdolo e simulatore desiderava sempre cose altrui, dissipava le sue cose, ardeva nella cupidigia.

Catilina fu di grande eloquenza ma di mediocre sapienza. Il suo animo insaziabile desiderava sempre cose smisurate, cose incredibili, cose troppo elevate.  Dopo la dominazione di Lucia Silla lo aveva invaso una smania smodata di impadronirsi dello Stato; e, pur di procurarsi il potere assoluto, non gli importava in quali modi ottenerlo. Ogni giorno sempre di più l'animo arrogante era agitato dalla mancanza di beni familiari e dal rimorso dei propri delitti, che entrambi aveva acuito con quei suoi malvagi modi d'agire.

Inoltre lo stimolavano i costumi corrotti della città,  che (erano) mali pessimi e tra loro opposti e lo affliggevano il lusso e l'avidità.

Versione tratta da Svetonio

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