Un esempio di rigore morale
P. Rutilii pluris verba an facta aestimen nescio; nam utrisque aeque admirabile inest robur. Cum amici cuiusdam iniuste ...in exilio, ne quid adversus leges faceret, remansit.
Non so se apprezzare di più le parole o i comportamenti di Publio Rutilio; infatti in entrambi è preente una forza d'animo egualmente degna di ammirazione Essendosi P. Rutilio opposto ad una richiesta ingiusta di un certo amico, ed avendogli costui detto, oltremodo indignato: "A che mi serve dunque la tua amicizia, se non fai quanto ti chiedo?" rispose:
"Al contrario a cosa serve a me (la tua amicizia), se a causa tua sto per commettere qualcosa di disonesto?" La sua azione fu conforme alle (sue) parole, poiché fu riconosciuto colpevole più per una discordia del senato che per qualche sua colpa, non depose le insegne di senatore, né tese le mani supplici alle ginocchia dei giudici.
E anche quando la vittoria di Siila gli consentiva di tornare in patria, restò in esilio, per non fare qualcosa contro le leggi.
Versione da Valerio Massimo