Bis ovans triumphavi et tres egi curules triumphos et appellatus sum vicies et semel imperator ...

Per due volte ho trionfato in ovazione, ed ho celebrato tre trionfi curuli, e sono stato acclamato comandante supremo ventuno volte, pur decretando per me il senato numerosi trionfi a tutti i quali io ho rinunciato.

Per le mie imprese compiute con successo sia sulla terraferma, sia sul mare, il senato ha decretato preghiere pubbliche per cinquantacinque volte. I giorni durante i quali, per decreto del senato, sono state celebrate preghiere pubbliche sono stati invece ottocentotrenta.

Nei miei trionfi sono stati condotti davanti al mio carro nove re e figli di re. Quando scrivevo queste cose, ero stato console per tredici volte. Non ho accettato né la dittatura, né alcuna carica assegnata contro la tradizione degli antenati. Non mi sono sottratto, in una gravissima carestia di grano, alla gestione dell'annona, che ho amministrato in maniera tale che, nel giro di pochi giorni, ho liberato la cittadinanza dal timore e dal pericolo in atto, a mie spese e col mio impegno.

Sono stato per quarant'anni il capo del senato; per la verità ho riformato il senato per tre volte. Ho concesso numerose elargizioni di denaro, sia alla plebe (plebi) Romana, sia ai coloni delle mie truppe.

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