Cesare e Pompeo a Durazzo
Iamque Pompeiani magna caede nostrorum castris Mercellini appropinquabant non mediocri terrore incusso...
Ormai i Pompeiani si avvicinavano all'accampamento di Mercellino, con grande strage dei nostri, dopo aver infuso un terrore non piccolo nelle rimanenti coorti, ed M. Antonio, che occupava la più vicina sede delle guarnigioni difensive, una volta che quel fatto era stato riferito, veniva visto allontanarsi dall'altura con dodici coorti. L'arrivo di costui frenò i Pompeiani, e ridette coraggio ai nostri, cosicché si ripresero dall'enorme timore.
E non molto dopo, Cesare, dopo aver dato il segnale con il fumo da un fortino all'altro, come era abitudine nei periodi precedenti, tirate fuori certe coorti dalle stazioni difensive, giunse in quel medesimo luogo. Costui, venuto a sapere della perdita, dopo che si fu accorto che Pompeo, uscito dalle fortificazioni, piazzava l'accampamento lungo il mare, per poter approvvigionarsi liberamente e non avere meno accessibilità alle navi, cambiata la strategia di guerra, poiché non aveva conseguito lo scopo prefissato, ordinò di trincerarsi di fianco a Pompeo.
Versione tratta da: Cesare