L'artiglieria romana

A Vegetio rei militaris perito non solum de veteris militiae more de pugnae ratione sed etiam de legionis...

Da Vegezio, esperto di tecnica militare, ci vengono tramandate molte cose, non soltanto riguardo alla tradizione della vita militare antica, e alla tattica di battaglia, ma anche riguardo all'armamento della legione Romana e alle macchine da guerra.

La legione era solita vincere non soltanto grazie al numero dei soldati, ma anche grazie al tipo di armamenti. Per prima cosa i soldati attaccano con le frecce, che nessuna corazza e nessuno scudo possono respingere. Infatti la legione era solita avere in tutte le centurie delle unità di artiglieria da lancio su ruote, alle quali erano addetti dei muri, affinché le trascinassero, e dei soldati, affinché le dirigessero e le caricassero.

Le unità di artiglieria da lancio su ruote, non soltanto difendono l'accampamento, ma vengono anche collocate sul campo dopo lo schieramento, agli attacchi di queste non possono resistere né i cavalieri corazzati, né i fanti armati di scudo dei nemici. Assediare una città, del resto, spesso è un impegno difficile e lungo: quindi è necessario combattere con la tecnica.

Alle mura della città vengono accostate le testuggini, gli arieti, le pertiche uncinate, le vinee, i ripari mobili, le gallerie, e le torri, affinché i muri vengano scavati da sotto, le frecce siano scagliate e i difensori della città vengano abbattuti.

Versione tratta da: Vegezio

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