Alterna fortuna di Dione
Dion Syracusanus, nobili genere natus, multa a natura habuit bona, in quibus ingenium docile, come, aptum ad bonas artes... Itaque in urbe elatus publice, sepulcri monumento donatus est.
Dione il Siracusano, nato da una stirpe nobile, ebbe dalla natura molte buone (lett. cose)
qualità, fra le quali un'intelligenza pronta ad imparare, un'indole affabile, una capacità intellettiva portata alle arti liberali, grande dignità del corpo (bellezza fisica) ed inoltre un'enorme ricchezza lasciatagli dal padre, che lui aveva aumentata con i favori del tiranno. Infatti era intimo con il tiranno Dionisio il Vecchio, che l'amava come un figlio. Per questo Dionisio figlio iniziò ad invidiare Dione, specialmente perché vedeva che Dione era a lui superiore per intelletto, per autorità, per il favore popolare; allora si fece in modo che quello venisse scacciato da Siracusa e che vivesse in esilio a Corinto.
Dopo alcuni anni Dione, per liberare la patria dal tiranno Dionisio, fece ritorno a Siracusa con truppe mercenarie e conquistò la città. Ma la fortuna di Dione mutò improvvisamente: infatti il popolo, per la sua durezza nell'amministrare la città, diceva che lui aspirava al potere assoluto. Infine fu fatta una congiura per assassinarlo e fu ucciso con un inganno nella sua stanza da letto.
Quando si sparse rapidamente la voce dell'uccisione, furono molti i cittadini ai quali tale delitto non faceva piacere. Infatti gli stessi che, quando egli era in vita, erano soliti chiamarlo tiranno, lo esaltavano come liberatore della patria e colui che aveva cacciato il tiranno. Quindi, sepolto a spese pubbliche in città, gli fu donato un monumento sepolcrale.
Versione tratta da Cornelio Nepote