Esempi di fortitudo
Quia tribuni plebis Saturninus et Equitius ac praetor Glaucia in civitate...
Poiché i tribuni della plebe Saturnino ed Equizio, e il pretore Glaucia sollevavano moltissime rivolte nella città, anche il senatore M. Emilio Scauro, oramai vecchio, con Mario che esercitava il settimo consolato, prese le armi per la sicurezza dello stato e armato si schierò davanti alle porte della Curia fino a che non fu colpito dal colpo di un sasso. C.Cesare poiché la sua schiera ripiegava a causa della moltitudine di Nervii, strappò lo scudo ad un soldato che combatteva alquanto timidamente ed iniziò a combattere in modo molto vigoroso: così riportò la schiera nella condizione precedente. Q.Occio, soprannominato Achille per il suo vigore, mentre prestava servizio in Spagna sotto il console Q.Metello, nella guerra Celtiberica, quando uno fra i soldati gli disse: "Quinto, sei stato provocato/sfidato da un Celtibero!" si alzò immediatamente dalla mensa – per caso infatti stava mangiando – venne alle mani con il Celtibero e lo uccise.
Acilio soldato della decima legione che combatteva a favore della parte di Cesare nel combattimento marittimo presso Massalia quando gli fu troncata la mano destra da un nemico raggiunse la poppa (nella parte) sinistra e non smise di combattere prima di vedere le navi in ritirata.
Cesio Sceva giunse con una zattera ad uno scoglio vicino al litorale ed in quel luogo, da solo, sostenne valorosamente l'assalto dei Britanni: il femore di questo fu trapassato da una freccia e anche lo scudo fu perforato ( transfŏdĭor) da numerosi buchi. Infine Cesio si gettò in mare e, dopo che a nuoto giunse alla riva, chiese perdono a Cesare, perché aveva fatto ritorno senza lo scudo. (Traduzione di Anna Maria Di Leo)