Spregiudicatezza di Alcibiade

Neque vero Lacedaemonii his rebus tam amici Alcibiadi facti sunt quam timore ab eo alienati...per internuntios colloquitur et de reditu suo facit mentionem.

E per la verità, queste (lett.cose) vicende non resero tanto gli Spartani amici di Alcibiade quanto li allontanarono da lui per la paura.

Poichè infatti conoscevano la straordinaria esperienza in ogni cosa di un uomo tanto tenace, ebbero molto timore che, trascinato dall'amore per la patria, un giorno si allontanasse da loro e facesse pace con i suoi. Quindi iniziarono a cercare il momento propizio per assassinarlo.

Questa intenzione non la si potè celare a lungo ad Alcibiade: perché era di una tale perspicacia da non poter esser tratto in inganno, soprattutto quando aveva posto attenzione ad essere vigile. Per questo motivo andò da Tissaferne, satrapo del re Dario. Poichè era entrato in amicizia intima con lui e poiché vedeva che la potenza degli Ateniesi era in declino per le imprese senza successo in Sicilia, e che invece quella degli Spartani aumentava, all'inizio ebbe un abboccamento per mezzo di intermediari con il pretore Pisandro, che aveva l'esercito vicino a Samo, e gli fece menzione di un suo ritorno.

Versione tratta da Cornelio Nepote

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