Un antico caso di plagio
Ptolemaeus, Aegyptorum rex, qui magnam claramque Alexandriae bibliotecam condiderat...
Tolomeo, re dell'Egitto, che aveva fondato la grande e famosa biblioteca di Alessandria, un giorno dedicò i giochi ad Apollo, dio delle arti e alle nove Muse, [ed] aveva destinato ai vincitori dei grandi premi.
E così nel giorno dei giochi, Aristofane e altri giudici si misero a sedere ai propri posti: c'era la gara dei poeti. Dopo che quelli recitarono i loro scritti, sei giudici all'unanimità attribuirono il primo premio a colui che era piaciuto moltissimo a tutto il popolo;
tuttavia ad Aristofane quello non gli era assolutamente piaciuto: questi infatti - affermava Aristofane - poiché aveva recitato i suoi carmi, è sicuramente un poeta, invece gli altri che avevano declamato [carmi] appartenenti ad altri, non possono essere considerati poeti ma attori.
E quindi costoro, quando Aristofane estrasse dalle librerie innumerevoli volumi e confrontò quegli scritti con i carmi di coloro che avevano gareggiato, essi confessarono il plagio. E così il re li accusò di furto e (li) proclamò colpevoli. (by Vogue)
Versione tratta da Vitruvio