Amphion, Antiopae filius, in coniugium Niobam, pulchram Tantali filiam, ducit ...
Anfione, figlio di Antiope, prende in matrimonio Niobe, la bella figlia di Tantalo; da Niobe genera molti figli e molte figlie; la sciocca Niobe mette i suoi figli al di sopra di quelli di Latona, figlia del Titano Ceo. Infatti Niobe supera Latona per numero di figli; i figli di Latona però erano Apollo e Diana.
Un giorno i figli di Niobe erano in una fitta foresta. Apollo vede i fanciulli e vendica il torto: a causa dell'arroganza di Niobe, il dio crudele, con le frecce aguzze, uccide nella foresta gli sventurati figli di Niobe. I poveri Fedimo e Tantalo vengono feriti dalle frecce assassine di Apollo e cadono per primi: ciascuno dei due geme, ciascuno dei due depone il corpo sul suolo e spira. Il dio di Delo con le frecce fatali trafigge gli organi più interni.
Uno tra i fanciulli cerca di estrarre la freccia mortale dalla spalla, ma una seconda freccia, attraverso la gola, si infilza fino alle piume (nota: le piume direzionali della freccia). Per ultimo Iloneo supplica gli dèi: O dèi, risparmiate la mia vita! Ma il crudele Apollo con un'altra freccia uccide il fanciullo. Niobe si trovava nella reggia e sente le lacrime dei suoi figli. Vede i figli sventurati e distribuisce gli ultimi baci tra i suoi figli. Successivamente la crudele Diana uccide con delle frecce d'oro le povere figlie di Niobe all'interno della reggia. Una sola tra le figlie di Niobe si estrae le frecce dal braccio, ma sviene moribonda.
Un'altra prova a nascondersi, ma la dea crudele la uccide con le frecce. L'ultima rimaneva ferma: Niobe copre con l'intera veste l'amata figlia, ma invano. La triste Niobe, privata dei figli, siede tra i figli e le figlie. Piange, e poco a poco diventa di pietra: il vento non (le) muove un capello, gli occhi tristi restano immobili. Non c'è nulla di vivo in Niobe, e la sventurata Niobe si trasforma in pietra.