Antioco e Seleuco attaccano Pergamo

Seleucus, Antiochi filius, transgredi in fines regni Eumenis statuit...

Seleuco, figlio di Antioco, decise di passare nel territorio di Eumene. Eumene, infatti, distante dalla patria, attaccava le regioni costiere della Licia insieme ai Romani e ai Rodiesi.

Seleuco, in un primo momento, si accinse ad assalire Elea; successivamente abbandonò l'assedio della città e, saccheggiate in maniera ostile le campagne, guidò l'esercito verso la capitale e il fortilizio del regno, Pergamo. Il fratello di Eumene, Attalo, posizionò innanzitutto dei posti di guardia dinanzi alla città, inoltre istigava i nemici per mezzo di scorrerie di cavalieri e di soldati armati alla leggera; da ultimo, sperimentati gli scontri rapidi, si ritirò dentro le mura. Seleuco tentò di assediare immediatamente la città.

Simultaneamente anche Antioco, partito da Apamea, tenne con un nutrito esercito accampamento stabile prima a Sardi e poi non lontano dall'accampamento di Seleuco, presso le sorgenti del fiume Caico. I soldati, per ordine di Antioco, depredarono il territorio di Pergamo. Pertanto Eumene, richiamato indietro dalla guerra in patria, si recò con la flotta ad Elea; poi, confidando nel presidio di cavalieri e di fanti, si affrettò a Pergamo.

Là Eumene, per mezzo di scorrerie, cominciò a ingaggiare leggeri combattimenti e, indubitabilmente, si sottrasse allo scontro decisivo. Poco tempo dopo giunsero in soccorso del re le flotte romana e rodiese. Tante flotte fecero ingresso in un unico porto: Antioco, non osando chiudere d'assedio la città, richiese la pace.

Versione tratta da: Livio

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