Dafne e Apollo

Daphne, rivi Penei filia, in frondosa silva feliciter vivit apud fluvii ripas...

Dafne, figlia del fiume Peneo, vive prosperamente in una frondosa foresta, presso le rive di un fiume.

La ninfa è libera: corre attraverso i prati smisurati, e coglie molte rose e viole. Apollo giunge nella foresta, e vede la ninfa. Ma là c'è anche Cupido, figlio di Citerea e dio dell'amore: siede sui rami di un faggio, e scaglia contro Apollo delle frecce dorate. Le frecce dorate di Cupido suscitano l'amore, quelle di piombo suscitano l'odio. Così Apollo è ferito dalle frecce, e immediatamente ama intensamente la bella ninfa: (ne) elogia la capigliatura bionda e lunga, si rallegra della bellezza e dell'eleganza, e stabilisce di rapire la ninfa.

Ma la bella Dafne disdegna Apollo e, impaurita, corre velocemente attraverso la foresta frondosa. Il vento soffia, e muove la bionda e lunga capigliatura della ninfa. Alla fine Dafne giunge al fiume Peneo, e osserva le spumeggianti acque del torrente: lacrime calde rigano le gote della ninfa, e cadono nelle acque del torrente.

Allora gli dei delle foreste vengono spinti alla misericordia, e trasformano Dafne in alloro. Apollo ama anche l'albero: accarezza i rami dell'alloro, da baci al tronco. Perciò l'alloro è sacro al dio: una corona d'alloro abbellisce le chiome bionde del dio.

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