Ero e Leandro (II)

Tum Leander tumidis undis mergebatur et pulchram dilectamque puellam commemorabat...

Allora Leandro si tuffava nelle acque rigonfie e teneva a mente la bella fanciulla amata. C'erano le tenebre: senza indugio il temerario Leandro nuotava nel mare buio. La luna offriva al fanciullo una luce tremula.

Con grande coraggio Leandro arriva alle vicine spiagge di Sesto, e vede Ero, la bella fanciulla amata. La fanciulla riceve Leandro con un abbraccio e dà dei baci al fanciullo, poi consegna al fanciullo un mantello di lana e asciuga la capigliatura bagnata.

Sorge l'aurora: Leandro si congeda dalla fanciulla e, controvoglia, ritorna ad Abido. Successivamente Leandro torna di nuovo da Ero. Si tuffa nel mare: le braccia stanche si trascinano a stento per le vaste acque. La fanciulla amata tiene una torcia ed illumina le coste della Tracia ed attende l'amato Leandro, ma all'improvviso un vento violento spegne la fiamma e Leandro non vede le coste: così il fanciullo sventurato viene sommerso dalle acque.

La fanciulla triste si dà la morte. Leandro ed Ero sono separati per l'eternità dal mare.

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