I piaceri della campagna

Permulta sunt oblectamenta vitae rusticae...

I piaceri della vita di campagna sono numerosissimi. Gli agricoltori, infatti, hanno un conto aperto con la terra, la quale non rifiuta mai un ordine, e non restituisce mai senza un interesse ciò che ha ricevuto.

Ma non soltanto il carattere produttivo della terra rallegra gli agricoltori, bensì anche la premura. Infatti da un piccolo seme di fico, o da un acino di vite, o da tutti gli altri semi molto piccoli, la terra genera tronchi e rami molto grandi; tralcetti, piante, ramoscelli fecondi offrono agli uomini della campagna uno spettacolo vario e sempre nuovo.

Grazie al nutrimento della terra, l'uva cresce, dapprima acerba, poi, matura, diventa dolce e, ricoperta di pampini, non manca di un moderato tepore, e scherma i caldi raggi solari. Peraltro, la vita di campagna non è piacevole solo per le vigne, i prati e gli arbusti, ma anche per gli orti e i frutteti.

Infatti, sempre piena è la cantina del vino, dell'olio e anche la dispensa del padrone bravo e costante, e tutta la fattoria è opulenta: abbonda di maiale, di capretto, di agnello, di gallina. Gli agricoltori ormai chiamano l'orto "la seconda dispensa".

Versione tratta da: Cicerone

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