Il cavallo di Troia - Il Nuovo latino a colori
Achivi Troia nondum expugnare valent. Itaque Graecus Epeus consilio... Troiam facile occupant et flammis dant.
Gli Achei non hanno ancora la forza di espugnare Troia. E così il Greco Epeo, su consiglio di Minerva, che è la dea della saggezza e la protettrice dei Greci, costruisce un grande cavallo di legno;
nel cavallo, sul quale viene scritto "i Greci offrono in dono a Minerva" entrano Menelao, Stenelo, Neottolemo, ed altri uomini esperti di guerra. Presto i Greci fingono di essere in procinto di ritornare in patria: infatti tolgono l'accampamento dalle coste Troiane, ma non ritornano in Grecia, bensì si dirigono a Tenedo, una piccola isola ubicata di fronte alle coste di Troia, e lì si nascondono. E così i Troiani vengono ingannati, i quali, ormai, sulla spiaggia non vedono più l'accampamento dei Greci, ma un cavallo di legno.
Inconsapevoli del tranello dei Greci, giudicano il cavallo un presagio positivo, e gioiscono, mentre i Greci, nascosti nel cavallo, tacciono. Priamo, il re dei Troiani, conduce in città il cavallo sacro a Minerva. La sola Cassandra, la figlia profetessa di Priamo, che prevedeva le sorti sfavorevoli ai Troiani, preannunziava invano: Fate attenzione, o abitanti di Troia, amici e consanguinei, nel cavallo di legno ci sono i Greci armati di aste e di spade. Cacciate il rovinoso portento, spingetelo tra le onde, così salverete la nostra patria.
I cittadini non credono alle parole profetiche di Cassandra, viceversa sistemano il cavallo nella città. Durante la notte i Troiani dormono storditi dal vino, ma gli Achei escono dal cavallo aperto da Sinone e uccidono gli uomini che sorvegliano le porte. Infine fanno arrivare gli altri Greci, che fanno un assalto da Tenedo; conquistano facilmente Troia, e la danno alle fiamme.
Versione tratta da: Igino