La clemenza di Cesare

Caesar ex divina familia natus ad Thapsum Pompeianos Pomei filios animo superat et tandem ex proelio...

Cesare nato da una famiglia divina, grazie al coraggio, presso Tapso, sconfigge i Pompeiani, i figli di Pompeo, e finalmente, dalla battaglia ritorna in patria.

A Roma celebra con dei trionfi le sue vittorie (riportate) dalla Gallia, l'Egitto, il Ponto, la Numidia. Riporta il denaro nella cassa dello Stato di Roma. Grazie alla sua magnificenza, e a sue spese, offre giochi e spettacoli gladiatorii. L'uomo è amato e apprezzato dai Romani:

infatti, per via della grande misericordia, offre il perdono ai nemici e agli avversari, placa in maniera mite le discordie, riappacifica gli animi degli abitanti e degli stranieri, con la clemenza e l'intelligenza rinsalda l'impero di Roma, e rimanda nei villaggi delle Gallie, per mezzo di funzionari oppure di ambasciatori, prigionieri e disertori, insieme a ricchezze e doni. Tuttavia gli amici, come Cassio, per odio della dittatura, non esitano a congiurare contro Cesare:

l'uomo viene ucciso dai compagni nella curia, davanti agli occhi dei tribuni e degli abitanti, con grande ferocia. Muore tristemente vicino alla statua dell'avversario Pompeo.

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