La frode degli allobrogi - Latino a colori
Latino a colori 1 pagina 393 numero 25
Inizio: Erant apud Caesarem in equitum numero Allobroges duo fratres, Roucillus et Aecus, Adbucilli filii,... Fine: et novum temptare fortunam novasque amicitias experiri constituerunt: nam ad Pompeium transierunt.
Vicino a Cesare, nel corpo dei cavalieri, c'erano due fratelli Allobrogi, Rucillo ed Eco, figli di Abducillo, il quale per molti anni aveva mantenuto il potere nel popolo, uomini di straordinario valore, della cui opera, eccellente e fortissima, Cesare si era servito in tutte le guerre Galliche.
A costoro, in patria, per queste ragioni aveva affidato cariche molto importanti e aveva dato in Gallia terreni, tolti ai nemici, e grandi premi in denaro e li aveva resi ricchi da poveri.
Costoro per il valore erano nel rispetto non solo presso Cesare, ma erano considerati cari anche presso l'esercito; ma, confidando nell'amicizia di Cesare, disdegnavano i loro e si appropriavano degli stipendi dei cavalieri e portavano a casa tutto il bottino. Tutti quelli si rivolsero Cesare e si lamentarono apertamente dei loro oltraggi.
Cesare li punì in segreto e ricordò loro di attendere ogni cosa dalla sua amicizia e di sperare il resto dai loro passati servizi. Ma quelli decisero di allontanarsi da noi, tentare una nuova sorte e sperimentare nuove amicizie: infatti passarono dalla parte (di) Pompeo (passarono a Pompeo).