La guerra in Liguria

Consules in Liguribus gerebant bellum...

I consoli facevano la guerra contro i Liguri. I nemici erano feroci; né alcuna altra provincia incitava maggiormente i soldati al valore.

I luoghi erano montuosi ed impervi, le strade difficoltose, anguste, minacciate da imboscate; i nemici, svelti e rapidi e imprevedibili; nessun posto era sicuro o senza pericolo; l'assedio delle fortezze fortificate, indispensabile, e insieme difficile e rischioso; i nemici ponevano tutta la speranza nelle armi e, a causa della mancanza di mezzi della propria patria, facevano incursioni nelle vicine campagne.

Il console C. Flaminio, espertissimo dell'arte di guerra, dopo che affrontò molte battaglie con buon esito contro i Friniati Liguri, accolse la resa della popolazione e le sottrasse le armi. I nemici, puniti perché non consegnavano le armi con autentica lealtà, lasciarono i villaggi e si rifugiarono sul monte Augino. Il console li seguì in tutta fretta. Per altro, annientati una seconda volta, i nemici fuggirono a precipizio per luoghi impraticabili e scoscesi dirupi.

Così, passarono al di là dell'Appennino. Poi le legioni li inseguirono. Qui, presto, i nemici capitolarono (lett. : "cedettero alla resa"). A quel punto furono cercate le armi da ogni parte con maggiore attenzione, e tutte vennero requisite.

Versione tratta da: Livio

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