La guerra in Spagna (II): i Romani sconfiggono gli Iberici

Per multos dies praetores Romani ex civitatibus sociis Hispanorum auxilia contraxerunt et ab terrore adversae pugnae...

I pretori romani, nel corso di molti giorni, raccolsero truppe ausiliarie dalle città alleate degli Iberici e ristorarono gli animi dei soldati dallo spavento della battaglia sfavorevole.

Quando le forze parvero adeguate a sufficienza, e anche i soldati ormai richiedevano la battaglia, posero l'accampamento non distante dal fiume Tago. Quindi, al principio del giorno, arrivarono sulla sponda del Tago. Oltre il fiume, su di un colle, c'era l'accampamento dei nemici. Immediatamente Calpurnio e Quinzio fecero attraversare a guado l'esercito, mentre i nemici osservavano con stupore il repentino arrivo. I Romani, dopo che ebbero trasportato e raccolto in un unico posto anche tutti i bagagli, si disposero in ordine di combattimento. Al centro furono posizionate le legioni più forti.

Avevano campo aperto fino all'accampamento dei nemici, libero dal rischio di insidie. Gli Iberici, dopo che avvistarono sulla sponda al di qua due schiere di Romani, fuoriusciti d'improvviso dall'accampamento si dirigono di corsa alla battaglia. Il combattimento, al principio, fu terribile: le schiere centrali lottavano in maniera estremamente accanita. Ogni speranza di vittoria risiedeva nel valore dei soldati. Calpurnio, insieme ai cavalieri delle legioni, fatto un breve giro, assale sul fianco la formazione a cuneo dei nemici, che premeva la schiera centrale. Quinzio, insieme ai cavalieri alleati, aggredisce l'altro fianco dei nemici. I cavalieri di Calpurnio combattevano di gran lunga più accanitamente, e il pretore davanti agli altri: trafisse per primo, infatti, i nemici, e i cavalieri furono infiammati dall'eccezionale valore del pretore.

I cavalieri che scappavano nell'accampamento vennero inseguiti e, mescolati alla turba dei nemici, si insinuarono all'interno della palizzata: gli Iberici sono trucidati da ogni parte, per l'intero accampamento. I nemici furono dispersi, l'accampamento preso e distrutto. L'indomani i cavalieri vennero elogiati da C. Calpurnio dinanzi all'assemblea.

Versione tratta da: Livio

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