Pompeius in Thessaliam pervenit et copiis agit gratias; postea castra ponit et copias auget ...

Pompeo giunge in Tessaglia e rende grazie alle truppe; quindi piazza l'accampamento e accresce le truppe.

I Pompeiani litigavano apertamente per i ruoli di potere e per le cariche religiose, e volevano i beni dei Cesariani. Tra i Pompeiani in assemblea c'era grande disaccordo. Ormai, riguardo al sacerdozio di Cesare, Domizio e Lentulo ogni giorno arrivavano apertamente alle ingiurie verbali: infatti Lentulo esibiva il prestigio dell'anzianità, Domizio ostentava il consenso urbano. Alla fine i Pompeiani discutevano delle ricompense in denaro e non pensavano alla battaglia.

Nel frattempo Cesare fa uscire le truppe dall'accampamento lontano dall'accampamento di Pompeo, e immediatamente fa uscire le truppe armate alla leggera. Pompeo decide di scontrarsi in battaglia. Viene dato il segnale di battaglia: i Cesariani attaccano con terribili giavellotti e stringono le spade. I Pompeiani non sostengono lo scontro e si danno tutti quanti alla fuga. Pompeo vede le sue truppe terrorizzate e va via dalla battaglia. Immediatamente giunge nell'accampamento e rinforza le guarnigioni difensive dell'accampamento.

L'accampamento era difeso con impegno dalle truppe, e accanitamente dalle truppe ausiliarie barbare. I Pompeiani si fermano sul vallo, ma i feriti abbandonano il luogo, e senza fermarsi giungono in luoghi rialzati, vicini all'accampamento. Nel frattempo Pompeo monta sul cavallo, esce dall'accampamento dalla porta Decumana, e senza fermarsi si dirige verso Larisa.

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