Scilla e Glauco

Scylla, fluvii filia, venusta puella a multis pueris putabatur...

Scilla, figlia di un torrente, era considerata da molti fanciulli una bella fanciulla. Un giorno la bella Scilla aveva intenzione di nuotare nel mare. All'improvviso Glauco, dio marino, vede la bella fanciulla e se ne innamora.

Invece Scilla vede Glauco e, terrorizzata dall'aspetto del dio, ha intenzione di abbandonare il dio. Infatti Glauco aveva i capelli lunghi, e la parte inferiore del corpo di un pesce. Allora Glauco, triste, dice: Io non sono un mostro, né un animale feroce, o bella fanciulla, ma un dio del mare; un tempo ero un uomo, ma amavo il mare. Spesso sedevo su uno scoglio, e catturavo pesci.

La spiaggia era contigua ad un prato: né le giovenche cornute, né le calme cerve, né le arruffate caprette brucavano l'erba del prato. Io soltanto sedevo sul prato, asciugavo i panni di lino bagnati, e spargevo sul prato molti pesci. Ma, all'improvviso, il mio bottino cade nel mare. Mi stupisco e cerco la causa: un dio, oppure il succo dell'erba compiono l'evento prodigioso. Allora strappo l'erba e la mastico. Bevo i succhi sconosciuti dell'erba, e improvvisamente, desidero una seconda natura.

Così immergo il mio corpo sotto il mare, e vengo trasformato dagli dèi del mare in un dio marino. Per questa ragione, o Scilla, tu vedi spalle larghe, e braccia azzurre, e la parte inferiore del corpo di un pesce. Glauco sta per dire altre parole, ma Scilla, timorosa, abbandona il dio. Glauco si infuria e, adirato per il rifiuto, si dirige verso il mare profondo e blu.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:21:55 - flow version _RPTC_G1.3