Un incendio doloso

Primo vere Romae septem tabernae arserunt comprehensa sunt flammis postea privata aedificia...

Al principio della primavera, a Roma, bruciarono sette botteghe e successivamente furono raggiunti dalle fiamme degli edifici privati.

Il tempio di Vesta fu protetto a stento, soprattutto grazie al lavoro di tredici schiavi, che vennero liberati per intervento dello Stato. Perdurò per molte ore l'incendio, che divampò senza alcun dubbio per il crimine di un uomo. E così il console, su esortazione dei senatori, dichiarò di fronte all'assemblea: Verrà data una ricompensa allo schiavo, o all'uomo libero, che indicherà l'autore dell'incendio; ad uno schiavo verrà data la libertà, ad un uomo libero verrà dato del denaro.

Spinto dalla ricompensa, uno schiavo dalla grande avidità, di nome Mano, indicò i padroni ed inoltre cinque giovani Campani.

Furono catturati i padroni e le servitù dei padroni. Al delatore fu data la libertà, e grandi premi in oro e in argento.

Versione tratta da: Livio

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