Una splendida villa

Caelum est hieme frigidum et gelidum; myrtos, oleas quaeque alia adsiduo tepore laetantur, aspernatur ac respuit …

Il clima d'inverno è freddo e gelido; rifiuta e disdegna i mirti, gli ulivi e tutte le altre piante che si rallegrano del tepore costante.

D'estate, il clima è molto mite: l'aria viene sempre mossa da qualche brezza, ha, tuttavia, più di frequente soffi d'aria che venti. La configurazione naturale della zona è molto bella: immagina un anfiteatro smisurato, come la natura sola può crearlo. Un'ampia ed estesa pianura è cinta dai monti, i monti hanno foreste slanciate e vetuste. La villa, ubicata sul colle più basso, possiede una vista come dalla vetta.

Alle spalle l'Appennino, ma piuttosto distante; col tempo sereno e calmo, accoglie da questo venticelli, comunque non forti ed esagerati, ma deboli e smorzati. In gran parte è rivolta a sud e dall'ora sesta invita, per così dire, il sole estivo nel porticato spazioso. Di fronte, pressappoco, alla metà del porticato, si discosta un poco un appartamento che rinchiude un cortiletto, che è ombreggiato dai platani.

In questo appartamento c'è una camera da letto che non lascia entrare la luce del giorno, il chiasso, il rumore. C'è anche un'altra camera, resa verdeggiante e ombrosa (lett. : "verdeggiante e ombreggiata") dal platano più vicino, guarnita di marmo fino allo zoccolo. La stessa camera è molto calda d'inverno, perché è inondata da tantissima luce del sole.

Versione tratta da: Plinio il Giovane

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