Anno quarto decimo postquam in Italiam Hannibal venerat Scipio qui multa bene egerat ...

Nel quattordicesimo anno dopo che Annibale era giunto in Italia, Scipione, che in Spagna aveva compiuto con successo molte operazioni, venne eletto console e mandato in Africa.

Si riteneva che in quell'uomo vi fosse qualcosa di divino, al punto che si riteneva che egli colloquiasse persino con gli dèi. Siface, il re della Numidia, che si era unito ai Cartaginesi, viene catturato da Scipione e viene mandato a Roma con infiniti trofei di guerra. Una volta sentita questa cosa, quasi tutta l'Italia abbandona Annibale. Dai Cartaginesi viene ordinato che egli stesso ritorni nell'Africa, che Scipione saccheggiava.

Così, nel diciassettesimo anno, l'Italia venne liberata da Annibale. Gli ambasciatori dei Cartaginesi chiesero la pace a Scipione, ma le condizioni non piacquero, e da Scipione venne portata guerra a Cartagine. Annibale venne nuovamente nominato comandante supremo dei Cartaginesi, e gli venne ordinato di combattere. Da entrambi i comandanti venne preparata una battaglia come a stento se ne ricorda alcuna, poiché generali abilissimi guidavano alla guerra le loro truppe.

Scipione uscì vincitore, dopo che era quasi stato catturato Annibale stesso, il quale scampò insieme ai pochi cavalieri sopravvissuti. Dopo quello scontro venne stipulata la pace con i Cartaginesi. Scipione ritornò a Roma, celebrò il trionfo con grande gloria, e da ciò venne chiamato l'Africano.

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