Dolore di padre

Cicero Attico sal. Nondum videris perspicere quam me nec Antonius commoverit nec quicquam iam eius modi possit commovere. De Terentia autem ...

Ancora non mi sembra che tu ti renda conto quanto né mi abbia turbato Antonio, né mi possa turbare alcun episodio di quel genere.

In merito a Terenzia, invece, ti ho scritto con quella lettera che ho consegnato (al corriere) ieri. Quanto al fatto che mi incoraggi, e mi scrivi che da tutti gli altri è desiderato che io dissimuli di stare così male, posso forse fare di più che consumare tutti i giorni negli studi letterari?

Cosa che faccio non tanto a scopo di dissimulazione, ma piuttosto per alleggerire e guarire l'animo. Ti ho scritto molte meno cose, perché attendevo la tua lettera (in risposta) a quella che ho consegnato per te ieri. Attendevo però soprattutto riguardo al santuario e qualcosa anche riguardo a Terenzia. Vorrei che con la prossima lettera tu mi facessi sapere se Cn. Cepione sia morto per naufragio mentre suo padre era vivo oppure quando era morto, e parimenti se Rutilia sia morta quando suo figlio C. Cotta era vivo o quando era morto. Servono per quel libro che ho scritto sull'attenuazione del lutto.

Versione tratta da: Cicerone

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