Gli Eburoni attaccano e truppe di Titurio e Cotta (II)

Gli Eburoni attaccano le truppe di Titurio e Cotta (II)

Al contrario Cotta, poiché aveva previsto queste cose e per quella ragione non era stato il promotore della partenza, non tralasciava nessuno stratagemma dal quale potesse scaturire la salvezza di tutti: chiamava a gran voce i soldati e il luogotenente e egli stesso nella battaglia assolveva ai propri doveri di soldato.

Poiché a causa dell'estensione della truppa Titurio non poteva dare ordini tempestivi, ordinò che si passasse la voce di lasciare le salmerie e di fermarsi in cerchio.

Questa scelta, sebbene non fosse degno di critica in una simile situazione, tuttavia si rivelò svantaggiosa. Infatti ridusse la speranza ai nostri soldati, e rese i nemici pronti alla battaglia, poiché sembrava che ciò fosse stato compiuto non senza grandissimo timore e disperazione.

Ovunque i soldati si allontanavano dalle insegne, si affrettavano verso le salmerie e cercavano le cose che avevano care: tutte le cose si riempivano di grida e di pianto.

Versione tratta da: Cesare

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