Lo schiavo e il filosofo stoico

A causa della vita difficile, un povero schiavo lascia il padrone e, furtivamente, se ne va da Corinto.

Dopo alcune ore arriva a Megara. Erra a lungo per le strade, chiede cibo inutilmente e soccorso a quelli che incontra; finalmente in una piazza, davanti alla statua di Crisippo, viene  salutato cordialmente da un filosofo stoico: "O straniero", dice il filosofo, "vedo i tuoi molti affanni e mi addoloro per la tua povertà.

Indossi una tunica trasandata, un abbigliamento degli schiavi, e i padroni non offrono agli schiavi né vino, né pietanze gustose, né alloggi confortevoli; conosci le catene e i duri lavori. Il tuo animo, però, è libero; se avanzi per le tante e diverse vie dell'animo, dalla terra sali al cielo". Ma lo schiavo ascolta poco attento le inconcludenti parole del filosofo, e infine avvampa di collera: "Vengo da Corinto, sono a Megara da poco. Sono assetato e affamato a causa del lungo viaggio.

Offri del cibo, o uomo loquace, e non parole, ad un povero schiavo infelice e stanco!".

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