Scarse conoscenze degli antichi sulle comete - versione latino Seneca

Scarse conoscenze degli antichi sulle comete Autore: Seneca traduzione libro Lectio brevio

Cometarum cursus propter raritatem deprehendi adhuc non potest nec explorari an vices servent et illos ad suum diem certus ordo producat....

Ancora non si può osservare l'orbita delle comete per la rarità con cui appaiono né determinare se esse mantengano dei turni vicendevoli ed una successione regolare le faccia comparire al loro giorno.

Quest'osservazione dei corpi celesti è recente e introdotta in Grecia da poco. Anche Democrito, il più acuto di tutti gli antichi, dice di sospettare che le comete siano molte stelle che si spostano velocemrnte; ma di esse non ha fissato né il numero né i nomi. Eudosso per primo introdusse dall'Egitto in Grecia lo studio dei movimenti stellari.

Tuttavia non parla affatto delle comete. Da ciò è evidente che questa dottrina non fu elaborata neanche tra gli Egizi, che ebbero un'attenzione più spiccata per il cielo. Poi Conone, zelante e lui stesso ricercatore, fece un elenco delle eclissi solari conservate dagli Egiziani, ma non menzionò affatto le comete; tuttavia non avrebbe omesso di farlo, se fosse venuto a conoscenza di qualche studio realizzato da loro.

Certamente due, che asseriscono d'aver studiato presso i Caldei, Epigene e Apollonio dim Minde, discordano tra loro. Infatti questi dice che i Caldei pongono la comete nel numero delle stelle erranti e conoscono bene le loro orbite; invece Epigene asserisce che i Caldei non sanno nulla di comete

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