La vera ricchezza

La vera ricchezza
Versione latino Cicerone
le ragioni del latino (moduli operativi 1) pag 305 n 520

Non esse cupidum pecunia est, contentum vero suis rebus esse maximae sunt certissimaeque divitiae....

Non essere avido è un profitto : la piu grande e certa ricchezza è essere soddisfatto delle proprie cose.

E infatti se questi astuti estimatori di beni giudicano molto i prati e certe aree, per il fatto che a quel genere di possedimento quasi per nulla può essere recato danno, quanto è da stimare la vitus, che né può essere sottratta né rubata in maniera fraudolenta, né si perde in naufragio o in un incendio, né può essere mutata dal turbamento delle circostanze o delle condizioni atmosferiche?

Coloro che sono forniti di questa, sono i soli ricchi. Loro soli infatti possiedono cose fruttuose e durature, e soli, cosa che è propria delle ricchezze, sono contenti delle proprie cose, reputano essere abbastanza ciò che hanno, non aspirano a nulla, non bramano niente, dicono che non gli manca nulla, niente esigono.

invece gli improbi e gli avidi, poiché hanno possedimenti incerti e riposti nel caso e aspirano sempre ad avere di più ( né è stato trovato finora qualcuno di questi a cui bastasse ciò che possedeva) non solo non sono da considerare benestanti e ricchi ma miseri e poveri. .

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