Che Catilina ammetta il suo crimine!

Cosa? Quando tu ritenevi ceh avresti occupato Preneste, quello stesso primo novembre con un attacco notturno, non ti accorgesti che quella colonia era stata rinforzata su mio ordine dalle mie guarnigioni, guardie e sentinelle?

Fai tutto, trami tutto, pensi tutto in modo che io non solo lo senta, ma lo veda anche e me ne accorga chiaramente. Racconta allora con me la notte scorsa. Dico che tu la notte passata sei venuto tra i Falcari – sarò chiarissimo –, nella casa di M. Leca dico che, sempre là, sono venuti numerosissimi tuoi compagni di follia e scelleratezza.

Osi forse negare? Perche taci? Lo dimostrerò se tu neghi, vedo infatti che quì in senato ci sono molti che furono insieme a te. Oh dei immortali! Tra quali genti siamo? In che cità viviamo? Che stato abbiamo? Quì, quì nel nostro numero, oh senatori, nell'assemblea più sacra e più importante della terra ci sono coloro i quali tramano riguardo alla morte di noi tutti, coloro i quali (tramano) riguardo alla fine della città e addirittura del mondo!

Io, in qualità di console li vedo e ne chiedo il parere circa lo stato e, coloro che era necessario massacrare con la spada, non li colpisco neppure con la parola!

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