Chi chiami "amico"

Epistulas ad me mittendas tradidisti, ut scribis, amico tuo;...

Hai consegnato le lettere da inviare a me al tuo, come scrivi, "amico". Poi mi avverti di non dirgli tutte le cose che ti riguardano, poiché, a tuo dire, neanche tu stesso sei solito farlo.

Quindi nella medesima lettera da un lato hai definito quello un amico, dall'altro lo hai negato. Ma se ritieni un amico uno del quale non ti fidi come di te stesso, sbagli fortemente e non conosci la forza della vera amicizia.

Parla di tutto col tuo amico, ma innanzitutto di lui: prima dell'amicizia bisogna giudicare, dopo l'amicizia bisogna fidarsi. Confondono in realtà i doveri del prima e del dopo coloro che giudicano dopo aver amato e non amano pur avendo giudicato.

Pensa a lungo se devi accettare in amicizia qualcuno. Quando ti sarà piaciuto, accettalo con tutto il cuore, e parla con lui con lo stesso coraggio col quale parli con te stesso.

RISPOSTE:
1. Perifrastiche passive:

- Credendum est: impersonale.

- Iudicandum est: impersonale.

- Tibi aliquis recipiendus sit: personale.

2. Il dativo è presente solo nella terza perifrastica: tibi.

3. Tibi vero omnia cum amico deliberanda sunt.

Versione tratta da: Seneca

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